Buon duemilae…

Non so voi, ma da quando ho finito le superiori, da quando cioè ho concluso la fase “adolescenza”, gli anni si sono succeduti senza veri e propri punti di riferimento. Sono diventati improvvisamente indistinguibili, spalmati sulla mia esistenza tanto che mi ci vuole qualche minuto per capire bene cos’ho combinato nel 2012, nel 2009, nel 2013.

Analizzo questa consapevolezza con un leggero stupore: è questa la vita? Un susseguirsi di giorni, mesi, anni di cui a un certo punto non si riescono a distinguere i contorni? Non lo so se questo spaesamento nasce da una certa propensione a voler catalogare, etichettare, riporre sugli scaffali della mente determinate annate: questa sì, questa no, questa bene, questa male.

Mi guardo indietro e vedo più che altro un insieme di momenti incastrati qua e là tra gli spessi strati di ordinaria quotidianità. Capodanni privati ed intime epifanie di giorni qualunque solo all’apparenza, ma ben fissati nella mia mente a seconda di una sensazione, una situazione, un punto e a capo.

Allora hanno ragione gli amanti delle citazioni, che sui social network dicono che la vita è fatta di attimi, non certo di annate, non siamo vino nelle botti lasciato poi a decantare a seconda del periodo. Siamo semplicemente qualcosa che scorre attraverso quel concetto chiamato tempo, le stagioni, le piccole sicurezze scandite da una lancetta.

Scusate il post al gusto Osho, oggi il 2016 per me comincia così, con grandi “ommmmm” e panta rei. E, così come nel 2015, continuo a sperare nel karma e nei suoi potenti effetti.

Kill_Bill_027

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